L'autore
Francisco Vico è stato il ministro del Regno di Sardegna di maggior rilievo politico durante la Monarchia degli Asburgo. Dopo la laurea in utroque iure presso l’Università di Pisa, nel 1606 Vico intraprende la carriera di letrado come giudice della Real Gobernación del Capo di Logudoro; nel 1609 viene promosso a giudice della Real Audiencia di Sardegna. Da quella posizione burocratica di primo piano esercita il ruolo di consigliere politico ed amministrativo dei viceré dei primi decenni del Seicento. In tal modo si guadagna i favori di Madrid e viene chiamato primo fra i sudditi sardi ad occupare la plaza di regente nel Supremo Consiglio d’Aragona, col compito di governare, all’ombra del valido del re conte-duca di Olivares, gli affari del Regno di Sardegna.
I curatori
Francesco Manconi è professore di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. Fra i suoi lavori più recenti Il governo del regno di Sardegna al tempo dell'imperatore Carlo V (Sassari, 2002); The Kingdom of Sardinia: a Province torn between Catalonia, Castile and Italy, in Spain in Early Modern Italy: Politics and Society (Leiden, 2004). Sulla società sarda del Cinque-Seicento ha scritto negli ultimi anni diversi saggi, presentati in alcuni congressi europei sull’età degli Asburgo. Di Francisco Vico ha scritto una biografia, del tutto provvisoria, dal titolo Un letrado sassarese al servizio della Monarchia ispanica. Appunti per una biografia di Francisco Ángel Vico y Artea, in Sardegna, Spagna e Mediterraneo dai Re Cattolici al Secolo d’Oro (Roma, 2004).
Marta Galiñanes Gallén è lettrice di spagnolo presso l’Università di Sassari.
L'opera
La Historia general de la Isla y Reyno de Sardeña è un libro di grande complessità storiografica e d’indubbio impatto politico, ma anche di forte inattendibilità scientifica. È un libro paradigmatico della cultura del mondo ispanico del Seicento dove molto stretto è l’intreccio fra i disegni ideologici e la pratica storiografica. L’unica edizione della Historia general (Barcelona, 1639) conosce una mediocre fortuna presso la cultura sarda per l’ostilità degli avversari politici di Vico. Nel Settecento, al pari della pubblicistica storico-politica di matrice spagnola, l’opera subisce una vera e propria damnatio memoriae. Nel quadro del progetto di consolidamento della Monarchia sabauda in Sardegna il rigetto dei lasciti culturali dell’età catalana ed asburgica e la ripulsa dello spagnolo (la lingua "straniera" del libro di Vico) consentono di affermare il primato del modello politico del Piemonte e di preparare la costruzione dei miti filo-sabaudi e risorgimentali.
Recensioni
Nae n. 11, estate 2005 Storiografia, politica e municipalismo nella Sardegna seicentesca