L'autore
Giuseppe Cossu (1739-1811), cagliaritano, avvocato, economista, dal 1767 Segretario della Giunta istituita per amministrare i Monti frumentari, dal 1770 Censore generale. Una vita dedicata al sogno di far decollare le riforme necessarie per il rifiorimento della sua terra, una lunga e oscura fatica, un difficile braccio di ferro con l’amministrazione sabauda che apprezzava le qualità tecniche del funzionario ma non sopportava la sua intraprendenza. Tenace, a dispetto delle molte difficoltà, svolse il suo ruolo di funzionario fino al 1796 "prospettando soluzioni, se non ardite e nuove, almeno solidamente inserite nella cultura europea dell’epoca e nella dura e difficile realtà sarda" (Venturi). A lui si devono molti progetti per il miglioramento dell’agricoltura isolana.
Il curatore
Giuseppe Marci insegna Letteratura italiana all’Università di Cagliari. In questa collana ha pubblicato: V. Sulis, Autobiografia (19972), A. Purqueddu, De su tesoru de sa Sardigna (1999), G. Delogu Ibba, Tragedia in su isclavamentu (2000), A. Manca dell’Arca, Agricoltura di Sardegna (2000), D. Simon, Le piante (2002).
L'opera
Il titolo complessivo La coltivazione de’ gelsi e propagazione de’ filugelli in Sardegna, comprende la Moriografia sarda e la Seriografia sarda. Apparvero l’una nel 1788 e l’altra nel 1789 e sono due dialoghi nei quali un censore, pubblico funzionario esperto d’agricoltura, insegna a un contadino come coltivare i gelsi e a una dama le tecniche per allevare i bachi e produrre la seta. L’opera è scritta in italiano e in sardo: una lingua italiana per la quale l’autore venne severamente criticato ma che oggi può essere considerata in un’ottica differente e un sardo campidanese che merita di essere conosciuto e studiato per la straordinaria ricchezza che lo contraddistingue.