L'autore
Sebastiano Satta nasce a Nuoro nel 1867. Si diploma presso il liceo “Azuni” di Sassari, dove ha per docente Giovanni Marradi, che lo avvia allo studio della lirica carducciana. Dopo lo svolgimento del servizio militare a Bologna – sulla cui esperienza pubblica la prima silloge Versi ribelli – fa ritorno a Sassari, ove consegue la laurea in giurisprudenza, collabora alla raccolta collettanea, con Luigi Falchi e Pompeo Calvia, Nella terra dei nuraghes (1893) e inizia a scrivere a vario titolo su numerosi periodici, fondando, con Gastone Chiesi, “L’Isola”, su cui pubblicherà la famosa intervista ai tre banditi Derosas, Angius e Delogu. Politicamente animato da spirito socialista, si unisce così agli intellettuali del tempo. Rientrato definitivamente a Nuoro, esercita l’avvocatura, dilettandosi di poesia, pittura e fotografia. Nel 1908 viene colpito da un ictus che gli pregiudica l’uso del braccio destro e della voce. Pubblica la silloge Canti barbaricini nel 1910 e inizia a lavorare alla successiva, Canti del salto e della tanca, che verrà pubblicata postuma nel 1924, dieci anni dopo la morte.
La curatrice
Simona Pilia (Cagliari, 1970), laureata in Lettere all’Università degli studi di Cagliari, diplomata alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori, ha conseguito il Dottorato di Ricerca nei curricula di Filologia in Cultura e Storia medievale del Mediterraneo occidentale in relazione alla Sardegna presso l’Università degli studi di Sassari. Redattore della rivista “Nae”, insegna Storia, Cultura e Letteratura della Sardegna nei corsi di formazione e orientamento. È ricercatrice del Centro di Studi Filologici Sardi.
L'opera
Leggendo ed Annotando è il titolo che l’Autore diede a un suo quadernetto compilato in un periodo di tempo compreso fra il 1898 e il 1912. È uno strumento prezioso per ricostruire il metodo di lavoro dell’Autore perché “ci permette di entrare non soltanto nel laboratorio di Sebastiano Satta”, ma “anche e soprattutto di gettare uno sguardo, in qualche modo profondo e insolito, sulla retrocamera del pensiero letterario dell’Autore, di entrare in contatto con il momento più pragmatico del suo lavoro; quasi in una dimensione intimamente intrattenuta dal Satta non tanto con i suoi pensieri o con la sua anima, e nemmeno direi con la sua scrittura, quanto con l’allestimento e l’organizzazione di essa: quasi una sorta di raccolta di tic, di pensieri episodici ed estemporanei, casuali e spontanei; e il tutto, si direbbe, senza un vero e proprio ordine, o quasi” (dalla Prefazione di Maurizio Virdis).
Recensioni
L'Unione Sarda del 3 aprile 2006 Nell'universo di Sebastiano Satta
Nae n. 12 autunno 2005 Lo zibaldone di Sebastiano Satta