L'autore
Nato a Senorbì nel 1743, gesuita fino alla soprressione dell’ordine, parroco di Selegas e poi di Senorbì, Antonio Purqueddu fu un attento testimone del suo tempo. Visse in Sardegna fino alla morte avvenuta a Cagliari nel 1810, coltivando, accanto alla vocaizone religiosa, interessi letterari e scientifici. Condivise gli ideali illuministici e si prodigò, per quanto era in suo potere, perché i processi di riforma avviati in Sardegna producessero gli effetti positivi attesi dai governanti e, soprattutto, dalla popolazione sarda.
Il curatore
Giuseppe Marci insegna Filologia italiana all’Università di Cagliari. In questa collana ha pubblicato: A. Manca dell’Arca, Agricoltura di Sardegna (2000), D. Simon, Le piante (2002), G. Cossu, La coltivazione de’ gelsi e propagazione de’ filugelli in Sardegna (2002), S. Satta, L’autografo de Il giorno del giudizio (2003), G. Saragat, G. Rey, Alpinismo a quattro mani (2003), G. Delogu Ibba, Index libri vitae, V. Sulis, Autobiografia (2004).
L'opera
Pubblicato nel 1779, dieci anni prima della Rivoluzione francese, quattorici prima dei moti angioiani, De su tesoru de sa Sardigna, Del tesoro di Sardegna, è un poema didascalico scritto in sardo campidanese con versione italiana. Tratta dell’allevamento dei bachi da seta e della coltivazione dei gelsi ma offre inoltre un quadro dettagliato delle condizioni economiche e sociali della Sardegna nella seconda metà del Settecento.