L'opera
Il 13 gennaio 2018 è scomparso a Sassari Raimondo Turtas, padre gesuita nato a Bitti nel 1931. Turtas, Presidente del Comitato scientifico del BSS, ha insegnato a lungo Storia della Chiesa nell’Università di Sassari ed è stato uno dei più acuti e attenti studiosi della storia, della società e della cultura sarde, esaminate sempre dalla sua particolare prospettiva e con uno scrupolo filologico esemplare. La sua opera più conosciuta è la monumentale Storia della Chiesa in Sardegna dalle origini al Duemila (Roma 1999), che costituisce il punto di approdo e di sintesi di una serie di ricerche più circoscritte condotte in precedenza. Per il resto, è difficile dare un’idea efficace dei temi numerosi, però sempre connessi, affrontati da Turtas nei suoi lavori. Qui ci limitiamo a ricordare che in diversi contributi si è occupato della storia delle Università sarde, in particolare di quella di Sassari: citiamo, fra gli altri, i volumi La Casa dell’Università. La politica edilizia della Compagnia di Gesù nei decenni di formazione dell’Ateneo sassarese (1562-1632) (Sassari 1986); La nascita dell’Università in Sardegna. La politica culturale dei sovrani spagnoli nella formazione degli Atenei di Sassari e Cagliari (1543-1632) (Sassari 1988); Scuola e Università in Sardegna tra ‘500 e ‘600 (Sassari 1995). Raimondo Turtas coltivò poi una speciale predilezione per la lingua sarda, sia in termini di ricerca scientifica, sia in termini di un impegno concreto e combattivo per la sua valorizzazione. Da un lato, infatti, studiò dalla sua prospettiva di storico della Chiesa una serie di questioni utili pure per la storia linguistica della Sardegna: pensiamo, ad es., ad articoli quali La questione linguistica nei collegi gesuitici in Sardegna nella seconda metà del Cinquecento (in «Quaderni Sardi di Storia», 2, gennaio-giugno 1981, pp. 57-87), oppure Pastorale vescovile e suo strumento linguistico: i vescovi sardi e la parlata locale durante le dominazioni spagnola e sabauda (in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», XLII, 1, gennaio-giugno 1988, pp. 1-23), o a un volume quale Pregare in sardo. Scritti su Chiesa e Lingua in Sardegna, a cura di G. Lupinu (Cagliari 2006). Quest’ultimo scritto riflette l’impegno che Turtas assunse a favore dell’introduzione della lingua sarda nella liturgia. Infine, Raimondo Turtas fu uno studioso scomodo, poco incline alla diplomazia accademica: amava il confronto scientifico schietto, anche ruvido, teso sempre ad affermare la verità dei fatti, e fu incurante dei prezzi che tanta libertà chiama a pagare. Giusto per citare un episodio significativo, si può rammentare che quando, nel 2012, l’Università di Sassari celebrava in pompa magna i 450 anni dalla sua fondazione (che sarebbe avvenuta, pertanto, nel 1562), Turtas non mancò di fare osservare che si trattava di un «evidente falso storico»: nel 1562, infatti, «si diede avvio solo alle classi di grammatica, umanità e retorica, l’equivalente delle nostre medie inferiori». Fu solo nel 1612 e nel 1617 che Sassari ebbe la sua Università di diritto pontificio e, rispettivamente, pure di diritto regio, limitatamente alle facoltà di filosofia e teologia; nel 1635, poi, ebbe tutte e quattro le facoltà (rimandiamo agli scritti di Turtas A proposito di una nuova Storia dell’Università di Sassari, in «Bollettino di Studi Sardi», 4, 2011, pp. 137-151, e L’iter di fondazione dell’Università di Sassari: dal collegio gesuitico all’Università, in Le origini dello Studio generale sassarese nel mondo universitario europeo dell’età moderna, sotto la direzione di G.P. Brizzi e A. Mattone, Bologna 2013, pp. 47-59).
Indice
A Raimondo Turtas
Prèicas in sardu: le traduzioni in sardo bittese dei Vangeli domenicali e festivi di Raimondo Turtas, di Gloria Turtas
Un gesuita e il suo mondo. Padre Orazio Smeraldi tra Parma e Piacenza nel Seicento, di Miriam Turrini
(S)banditi e cornuti nella Carta de Logu dell’Arborea. Sulla sovrainterpretazione, di Giovanni Lupinu
La ‘linguistica popolare’ di chi ‘popolare’ non è. Il caso della Sardegna, di Marinella Lőrinczi
I vescovi scomparsi, di Paolo Maninchedda
“Lo havian mort de arcabussades”. Faziosità aristocratica e fortune mercantili a Cagliari nell’età di Filippo IV, di Giuseppe Mele