Nuoro, Il Maestrale,
Oltremare
Mariangela Sedda
Argentina 20 maggio 1913
Carissime mamma e sorella
Vengo a scrivervi e la mia mente non sa quale parola far uscire prima perchè tutte insieme vogliono volare alla nostra casa. Fanno trenta giorni che ho messo piede all'Argentina e quasi non ci credo di essere in questa parte di mondo. Solo la vista di Vincenzo nel porto mi ha fatto comprendere di essere arrivata e che il mio paese, madre e diffortunata sorella erano spariti per sempre.
Non sapete che cosa abbiamo passato, io, Caterina Ligios e Giovanna Porru, e gli altri paesani, ventitre giorni in mare, un purgatorio lungo come un inferno, tutto il giorno nel ponte del vapore come nella piazza della festa e non si sa quanta gente c'è.
Alla partenza anche gli uomini piangevano lasciando Genova che era proprio l'ultimo pezzo della Patria e per le parole piene di sentimento che ci ha detto Bachisio Piras prima di scendere dal piroscafo. Benedetti i soldi che si ha preso per i biglietti e per tutto, senza accompagnarci lui da paese come saremmo giunti all'imbarco? Prima di lasciare la terra, un prete continentale ci ha confessato e comunicato come in punto di morte. Vicino ai cristiani c'era anche il bestiame e bestiame eravamo anche noi.