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BIANCA PITZORNO


Milano, Mondadori, 2004
La bambinaia francese
Bianca Pitzorno
Parigi, maggio 1837
Parigi, rue Saint Augustin/Casa dei Frédéric/30 maggio 1837
Madame, non dovete angosciarvi per la sorte di Adèle. E’ qui con me, al sicuro. Nessuno le ha fatto del male, e vi prometto che nessuno gliene farà, né domani né mai. Voi mi conoscete e sapete che, nonostante la mia giovane età, sono perfettamente in grado non solo di prendermi cura del nostro tesoro, ma anche di proteggerlo da ogni pericolo. Vi scongiuro quindi di stare tranquilla e di pensare solo alla vostra salute e al modo di risolvere al più presto i vostri problemi.
Carissima madame, io spero che riuscirete quanto prima a leggere questa lettera. Non conosco il luogo dove vi hanno portato, ma Toussaint mi ha promesso che farà di tutto per scoprirlo. Fortunatamente siamo riusciti a parlare e a metterci d’accordo per restare in contatto prima che lo costringessero a seguirli. Lo considerano un bene di loro proprietà, quei cani rabbiosi – non saprei in che altro modo definire i nipoti del vostro padrino – lo considerano un oggetto, come se fosse un quadro o un tappeto o un letto a baldacchino. Oppure uno dei cavalli della scuderia di Jean-Baptiste. Solo perché Toussaint ha la pelle nera e non è stato in grado di mostrare il documento che certifica la sua liberazione da parte vostra.
 
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