Milano, Mondadori, 2003
Parlare a vanvera
Bianca Pitzorno
Qualcuno vi ha mai sgridato, mentre parlavate senza stare troppo attenti al filo dei vostri pensieri, dicendovi: “Non parlare a vanvera”? Sì? È capitato anche a voi? E vi siete mai chiesti come è nato questo strano modo di dire? Se ve lo siete chiesti, ecco la risposta alla vostra domanda…
Il fatto che dette origine a questa frase, a sua volta ebbe origine nel secolo scorso. Il 12 agosto 1897 ai coniugi Van, di lontana origine olandese, nacque una bella bambina di tre chili e mezzo, che fu battezzata col nome di Vera.
La signora Van, da signorina, era stata un’attrice famosa. Sposandosi aveva abbandonato a malincuore la carriera per dedicarsi alla famiglia. Così ora, quando cullava la piccola Vera per farla addormentare, invece di cantarle le solite ninne nanne, le recitava dei lunghi monologhi, sforzandosi di usare un tono calmo e monotono, adatto a chiamare, come ben sapeva per esperienza, prima la noia e poi il sonno. Vera ascoltava con gli occhietti sgranati, zita, ma addormentarsi non si addormentava. Anzi, più la madre le parlava, più lei drizzava la testolina pelata, ben sveglia e attenta ad ascoltare.
Il fatto che dette origine a questa frase, a sua volta ebbe origine nel secolo scorso. Il 12 agosto 1897 ai coniugi Van, di lontana origine olandese, nacque una bella bambina di tre chili e mezzo, che fu battezzata col nome di Vera.
La signora Van, da signorina, era stata un’attrice famosa. Sposandosi aveva abbandonato a malincuore la carriera per dedicarsi alla famiglia. Così ora, quando cullava la piccola Vera per farla addormentare, invece di cantarle le solite ninne nanne, le recitava dei lunghi monologhi, sforzandosi di usare un tono calmo e monotono, adatto a chiamare, come ben sapeva per esperienza, prima la noia e poi il sonno. Vera ascoltava con gli occhietti sgranati, zita, ma addormentarsi non si addormentava. Anzi, più la madre le parlava, più lei drizzava la testolina pelata, ben sveglia e attenta ad ascoltare.