Cagliari, AM & D Edizioni, 2005
In su celu siat
Anna Castellino
Di solito agguantava ciascuno dei seni e li sistemava dentro il corpetto con un solo movimento deciso della mano, per non pensarci più fino alla notte, quando, liberi dai lacci, ricominciavano a oscillare opprimenti sul ventre, gravi per le spalle stanche, invadenti anche nel letto, d’impaccio ai movimenti e al sonno.
A Mariangela sembrava di esserci nata con quell’ingombro eccessivo tra le braccia. Eppure ricordava bene, e con lo stesso rancore di allora, l’attimo in cui era esploso a invadere il suo busto di bambina, per cambiarle la vita.
Prima, a parte la gonnella, non c’era stato nulla che la rendesse diversa dai fratelli e aveva potuto correre con loro, nascondersi tra gli archi del loggiato per rubare le pesche destinate al mercato, le più allettanti, adagiate com’erano nelle ceste sulle foglie di fico. Assieme ai fratelli aveva potuto seguire il padre nelle spedizioni nei campi, stretta a lui sul cavallo, felice di essere al mondo e di dominarlo dall’alto, inviolabile padrona.
A Mariangela sembrava di esserci nata con quell’ingombro eccessivo tra le braccia. Eppure ricordava bene, e con lo stesso rancore di allora, l’attimo in cui era esploso a invadere il suo busto di bambina, per cambiarle la vita.
Prima, a parte la gonnella, non c’era stato nulla che la rendesse diversa dai fratelli e aveva potuto correre con loro, nascondersi tra gli archi del loggiato per rubare le pesche destinate al mercato, le più allettanti, adagiate com’erano nelle ceste sulle foglie di fico. Assieme ai fratelli aveva potuto seguire il padre nelle spedizioni nei campi, stretta a lui sul cavallo, felice di essere al mondo e di dominarlo dall’alto, inviolabile padrona.