Sassari, Edes, 1993
La vacca morta (Il vento e altri racconti)
Antonio Cossu
Mio padre prese una bottiglia dal collo lungo e volle che lo accompagnassi in campagna: una vacca stava male, orinava sangue. Già l’anno prima aveva sofferto dello stesso male; guarita, aveva fatto persino un vitello. Al sopraggiungere del caldo era tornato il male, dimagriva e non mangiava. Il veterinario ordinò sei etti di sale inglese sciolto in acqua.
Mio padre diceva che era la vacca migliore, buona di latte e pregna anche quest’anno.
Giunti sul chiuso, mio padre disse: - Riporteremo la purga a casa.
- Perché?
- È morta, non vedi? Nello stesso punto dove l’avevo lasciata ieri sera. Non s’è nemmeno mossa.
- Peccato - dissi, non trovando altre parole per confortarlo.
- I corvi non sono ancora venuti, meno male; salveremo la pelle. Ha la testa rivolta verso levante. Si dice che quando le bestie muoiono con la testa a levante, nessun animale le tocca.
Mio padre diceva che era la vacca migliore, buona di latte e pregna anche quest’anno.
Giunti sul chiuso, mio padre disse: - Riporteremo la purga a casa.
- Perché?
- È morta, non vedi? Nello stesso punto dove l’avevo lasciata ieri sera. Non s’è nemmeno mossa.
- Peccato - dissi, non trovando altre parole per confortarlo.
- I corvi non sono ancora venuti, meno male; salveremo la pelle. Ha la testa rivolta verso levante. Si dice che quando le bestie muoiono con la testa a levante, nessun animale le tocca.