Roma, Empirìa, 1999
Un'isola terrestre. Il mare sulle colline (Isole di terra, di pietra, d'aria)
Luciana Floris
Aveva sentito il vento fischiare tra i filari dei pioppi mentre scendeva dalla collina. Era un suono modulato, musicale, come di flauto, eppure insistente, quasi lamentoso, che la seguiva. La campagna le scivolava lentamente intorno: chiazze verdeggianti di prati erbosi, macchioni scuri di pioppeti o fazzoletti di terra bruna, arata da poco, si susseguivano armoniosi.
Ora si andava tingendo di colori autunnali. Il verde delle foglie sfumava lentamente nel giallo, producendo un ultimo bagliore di luce prima di volgersi all’ocra e di spegnersi nel marrone. Le foglie, ormai morte, cadevano al suolo con un rumore di carta rinsecchita. I rami spogli si protendevano verso il cielo, ora grigi, ora rossastri. e quando la strada voltava, descrivendo ampi tornanti, lei tagliava per i campi, si inoltrava in quel fogliame variopinto: verdognolo, giallo, rossiccio e bruno.
Ora si andava tingendo di colori autunnali. Il verde delle foglie sfumava lentamente nel giallo, producendo un ultimo bagliore di luce prima di volgersi all’ocra e di spegnersi nel marrone. Le foglie, ormai morte, cadevano al suolo con un rumore di carta rinsecchita. I rami spogli si protendevano verso il cielo, ora grigi, ora rossastri. e quando la strada voltava, descrivendo ampi tornanti, lei tagliava per i campi, si inoltrava in quel fogliame variopinto: verdognolo, giallo, rossiccio e bruno.