Cagliari, Condaghes, 2002
I cani ribelli (Fiabe sarde)
Rossana Copez
Una volta, tanto tempo fa, i cani di Aritzo si stufarono.
Erano stanchi di essere chiamati “Cane qui, cane là” senza alcun rispetto per la loro vocazione. Erano stanchi di essere trattati da stupidi e di andare avanti e indietro a riportare, fra i denti, inutili pezzi di legna. Erano stanchi di essere aizzati contro altri tranquilli animali, di essere usati come cani da caccia e da riporto.
Non ne potevano più di doversi svegliare la notte per abbaiare contro un refolo di vento che spingeva l’uscio del cortile, e di dover combattere per difendere le proprietà dei loro padroni contro ladri simpatici e magari burloni.
Non ne potevano più di rischiare la vita a causa di qualche polpetta avvelenata. Rischiare la vita. Per cosa poi?
I cani di Aritzo si stufarono.
Dopo averne lungamente parlato fra loro, tutti assieme si ribellarono. Scelsero la libertà: in una notte senza luna fuggirono dal paese. E si rifugiarono sui monti. In una foresta quasi impenetrabile.
Erano stanchi di essere chiamati “Cane qui, cane là” senza alcun rispetto per la loro vocazione. Erano stanchi di essere trattati da stupidi e di andare avanti e indietro a riportare, fra i denti, inutili pezzi di legna. Erano stanchi di essere aizzati contro altri tranquilli animali, di essere usati come cani da caccia e da riporto.
Non ne potevano più di doversi svegliare la notte per abbaiare contro un refolo di vento che spingeva l’uscio del cortile, e di dover combattere per difendere le proprietà dei loro padroni contro ladri simpatici e magari burloni.
Non ne potevano più di rischiare la vita a causa di qualche polpetta avvelenata. Rischiare la vita. Per cosa poi?
I cani di Aritzo si stufarono.
Dopo averne lungamente parlato fra loro, tutti assieme si ribellarono. Scelsero la libertà: in una notte senza luna fuggirono dal paese. E si rifugiarono sui monti. In una foresta quasi impenetrabile.