Palermo, Sellerio, 1999
Raccontar fole
Sergio Atzeni
Un giorno qualunque nella città di Cagliari, tra il 1773 e il 1777, un vecchio gentiluomo isolano (un certo cavalier Pitzolo) ha raccontato una storia macabra a un cappellano tedesco, arruolato (chissà perché) nelle truppe di Savoia.
Il cavalier Pitzolo ha raccontato di un suo servo che in campagna aveva raccolto un’erba molto simile al prezzemolo, l’aveva portata a casa e aggiunta alla zuppa di ceci che bolliva sul fuoco. Il servo aveva mangiato e digerito, prima che un accesso di convulsioni lo aggredisse e sfigurasse la sua faccia in una risata irrefrenabile e beffarda, che pareva infernale e che in tre giorni l’aveva ucciso e seppellito. Il cavalier Pitzolo ha detto che quell’erba si chiama erba del riso sardonico, cresce sul letto dei fiumi e porta sempre alla morte.
Il cavalier Pitzolo ha raccontato di un suo servo che in campagna aveva raccolto un’erba molto simile al prezzemolo, l’aveva portata a casa e aggiunta alla zuppa di ceci che bolliva sul fuoco. Il servo aveva mangiato e digerito, prima che un accesso di convulsioni lo aggredisse e sfigurasse la sua faccia in una risata irrefrenabile e beffarda, che pareva infernale e che in tre giorni l’aveva ucciso e seppellito. Il cavalier Pitzolo ha detto che quell’erba si chiama erba del riso sardonico, cresce sul letto dei fiumi e porta sempre alla morte.