Cagliari, Condaghes, 1998
Campane e cani bagnati (Sì...otto!)
Sergio Atzeni
Era il primo mercoledì di aprile dell’anno 1970, il mare odorava di zolfo e di pesci putrefatti, quel profumo ammorbava tutta la città.
Attorno alle otto i primi studenti, solitari o a gruppetti di due-tre, cominciarono a arrivare nella piazzetta davanti al vecchio alto nero portone del Liceo Ginnasio “Siotto Pintor”. Mormoravano “Oggi sciopero...”.
Alle otto e dieci arrivarono una ventina di cinesi (non che lo fossero veramente ma così chiamati per la loro fede nel modello comunista di quell’oriente e nel grande timoniere Mao Zetung) raggrumati attorno a una millecento celestina che avanzava a passo d’uomo e aveva sull’imperiale arrugginito cumuli di bandiere rosse avvoltolate e mucchi di cartelli di compensato.
Attorno alle otto i primi studenti, solitari o a gruppetti di due-tre, cominciarono a arrivare nella piazzetta davanti al vecchio alto nero portone del Liceo Ginnasio “Siotto Pintor”. Mormoravano “Oggi sciopero...”.
Alle otto e dieci arrivarono una ventina di cinesi (non che lo fossero veramente ma così chiamati per la loro fede nel modello comunista di quell’oriente e nel grande timoniere Mao Zetung) raggrumati attorno a una millecento celestina che avanzava a passo d’uomo e aveva sull’imperiale arrugginito cumuli di bandiere rosse avvoltolate e mucchi di cartelli di compensato.