Nuoro, 28 agosto 1980
Davide controllò l'imboccatura del vicolo alle sue spalle dallo specchietto retrovisore della vecchia Escort: tutto sembrava tranquillo. Sul sedile, al suo fianco, sonnecchiava un ragazzo. Aveva sì e no quindici anni.
- Silvano, hai sonno? – chiese Davide.
Il ragazzo rispose con un cenno del capo e uno sbadiglio.
- Che cavolo stiamo aspettando? – domandò sistemandosi nel sedile.
- Tu non ti preoccupare, - sentenziò Davide, - tra mezz'ora al massimo ce ne andiamo a dormire. Francesca si sporse dalla stradina che portava al retro del grosso palazzo del Banco di Sardegna e fece un gesto con la mano verso la Ford. Davide la intercettò dallo specchietto e fece prontamente scattare gli abbaglianti per due volte: segno che andava tutto bene.
La ragazza fece un giro su se stessa rivolgendosi all'altro capo della stradina, proprio allo sbocco verso Corso Garibaldi, e accennò col braccio verso Mauro che scalpitava ansiosamente. A poca distanza da lui Enrico e Maria erano intenti a sistemare un pacco sotto lo sportello della cassa continua della banca.