Torino, Einaudi, 2001
Dura madre
Marcello Fois
- Allora lo mandiamo? – aveva chiesto Costantino.
- Vado alle poste e faccio un bel pacchetto, lo faccio da solo, mica devi venirci anche tu, - aveva annunciato proprio quando Dio si stava divertendo col tramanto. – Si diverte col tramonto, - commentò infatti.
Raffaele l'aveva guardato, poi si era girato verso l'ultima striscia d'azzurro porcellanoso del cielo: c'era anche una bava di nubi. Così scosse la testa come per dire che non era poi un gran divertimento.
Costantino succhiò una sigaretta fino a che non sentì il sapore acre del filtro. – Allora? – chiese.
- Non lo so, - prese tempo Raffaele.
- Nessun problema, - si affrettò a rispondere Costantino, - amici come prima -. E lanciò la cicca oltre la ringhiera, giù nella vallata panoramica. – Lo faccio da solo.
- Non è vigliaccheria, - tentò Raffaele. – forse è meglio aspettare.
- Vado alle poste e faccio un bel pacchetto, lo faccio da solo, mica devi venirci anche tu, - aveva annunciato proprio quando Dio si stava divertendo col tramanto. – Si diverte col tramonto, - commentò infatti.
Raffaele l'aveva guardato, poi si era girato verso l'ultima striscia d'azzurro porcellanoso del cielo: c'era anche una bava di nubi. Così scosse la testa come per dire che non era poi un gran divertimento.
Costantino succhiò una sigaretta fino a che non sentì il sapore acre del filtro. – Allora? – chiese.
- Non lo so, - prese tempo Raffaele.
- Nessun problema, - si affrettò a rispondere Costantino, - amici come prima -. E lanciò la cicca oltre la ringhiera, giù nella vallata panoramica. – Lo faccio da solo.
- Non è vigliaccheria, - tentò Raffaele. – forse è meglio aspettare.