La storia in breve, come quando la racconta.
Su di lui si formulano alcune ipotesi,
fra le tante possibili.
Questa che segue è solo una mappa, tracciata con finalità pratiche; perché non ci si perda, sopo, nel procedere. Punto d’avvio può essere la vecchia famiglia: provincia isolana e denaro. Cominciano gli anni cinquanta: il rampollo irregolare e triste (Raimondo) mantiene una donna (Maria) del suo paese, di modesta condizione, in città del Continente (Roma). Lai ha un figlio (Lucio), bambino quieto e selvatico, e un quasi marito, più o meno disoccupato (uno smarrito istriano: Walter); a sua volta li mantiene con i soldi dell’altro e vivono presso una parente affittacamere (Italia di nome e di fatto). Maria s’adatta, mette nel conto da pagare malumori e stranezze di Raimondo, che del resto può riuscirle non antipatico: lo raggiunge in albergo come arriva (lasciando detto a Walter).
Specifichiamo qualche data: tra il settembre e il novembre 1950. E ad esempio può esserci una gratuita passeggiata – ombra e sole – di Raimondo e Maria in carrozza, lì a Roma, per selciati, l’acquisto d’un paio d’occhiali scuri da parte di lui, che ha appena rotto quelli che portava e mal sopporta la luce, di sera uno spettacolo teatrale smorzato e incomprensibile, con lunga attesa durante l’intervallo di Maria rimasta sola, e il ritorno di nuovo insieme a piedi nella notte, appena spiovuto e sempre afa, costeggiando il recinto d’un parco, in camera l’amore fatto presto, senza parole, lui poi chi si affaccia nudo al balcone nel buio, e più tardi il suo parlare come solo a se stesso… Ma in genere silenzi, scontrosità, la tratta, non crudelmente, come un animale. A lei piace vivere, tenersi nella corrente, non capisce l’insofferenza di Walter: perché non va bene? Raimondo una volta arriva – subito dopo Natale: non sono riusciti ad avvertirlo – che il bimbo è morto, incontra la piccola bara portata giù per le scale, il prete, il capannello del funeralino. Nella cucina di Italia, dopo, siede col suo solito muso a un lato del tavolo, fra gli amici di Maria, compreso Walter, a prendere il caffè. – del bambino Lucio, “Lucianino”, si ricorda come avesse un occhio assai più piccolo dell’altro; e, sì, anche la simpatia mansueta e, davvero, non comune.