L’origin, la natura, il buono, e il bello
De le piante a cantar oggi ne venni,
Se l’estro animator, e il tuo pennello
Pur questa volta, o Delio Nume, ottenni,
Se quel che m’onorò, nobil drappello
Sua cortesia con lieta fronte accenni.
Il loco, l’argomento, la corona,
Della patria l’amor tutto mi sprona.
Scuoti adunque tuoi vanni, ardita Musa,
Lascia i vezzi, e le grazie, e il finger vano;
Fatti filosofessa, e non ricusa
Penetrar di natura il cupo arcano.
Cerca, osserva, poi parla; e aspra, ed astrusa
Ti biasmi pur il popolo profano,
Tu ridi, e sprezza: illustre è più la gloria
Qualora è più difficil la vittoria.
Che le piante produca un proprio seme
Qual fitografo ancor non fia convinto,
Se Mariotte al Peripato insieme
Fuor ne trarrai da van delirii spinto?
Peripato inesperto! Ah! Se non geme
Fra’ tuoi sofismi ciecamente avvinto
Questo bel secol d’or, come abbagliasti
Del Borgognese i bei talenti, e vasti?