Milano, Treves, 1921
Solitudine (Cattive compagnie)
Grazia Deledda
Sebiu, il guardiano del carbone, sonnecchiava e sognava. Gli pareva di essere a casa sua, nella piccola cucina oscura dalla cui porticina si scorgeva lo sfondo di un cortiletto umido e triste. Sua moglie, curva sul focolare, arrostiva sulla brage una focaccia di farina e di formaggio fresco. Sdraiato sulla bisaccia di lana grigia e nera morbida come un tappeto egli contemplava la donna con passione, e pensava che dunque la malattia di lei e l'ordine del dottore di star separati almeno qualche mese, finché lei non guariva, tutto era stato un brutto sogno.