Milano, Treves, 1930
Il sicario (La casa del poeta)
Grazia Deledda
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. E studiava minutamente, se non profondamente, la causa, prima di venire ad una decisione irrevocabile: senza scrupoli superiori, senza principî religiosi, senza superstizioni.