Milano, Treves, 1930
La promessa (La casa del poeta)
Grazia Deledda
Coperti di stracci, abbrustoliti dal freddo, con certi scarponi che affondavano nelle pozzanghere come draghe nel porto, tuttavia sani, allegri e sudicioni a più non posso, i bambini della lavandaia se ne stavano quasi tutto il giorno davanti alla finestra bassa della cantina, dove la madre, vera figura da "novecento", tutta ossa e ventre, con la grande faccia ovale e nivea dentro una cuffia di capelli neri ridotti a stoffa, lavava e sbatteva i panni con un fracasso da terremoto. Ogni tanto uno dei bambini si attaccava all'inferriata della finestra e si sporgeva su quella bolgia livida di fontana in tempesta, di panni sporchi, di lenzuola attortigliate come serpenti grigiastri.