Rocca San Casciano, Cappelli, 1898
Don Evéno (L'ospite)
Grazia Deledda
Albeggiava appena allorché Fidele Coda di sorcio si mise a strigliare e lustrare il cavallo del dottore. Nell'ampio cortile grigio il lastrico di granito era tutto umido di rugiada, e i calci che vi sferrava il cavallo destavano quell'eco speciale che hanno i rumori nelle albe molli e serene di primavera. La gran casa del dottore taceva, e i vetri chiusi, freddi, senza riflessi, parevano lastre di latta, ma al di là dei muri si sentiva la campagna verde ridestarsi perché cento piccoli rumori giungevano col brivido puro dell'aria imbalsamata.