Firenze, Quattrini, 1914
In sartu (Nell'ovile) (in Racconti sardi)
Grazia Deledda
Zio Nanneddu Fenu aveva l'ovile dalla parte di Tresnuraghes, cioè quasi due ore distante da Nuoro, in una bella tanca dove l'erba durava fresca sino al mese di giugno. Ogni due o tre giorni la moglie o la figlia, la simpatica Manzèla, si recavano a piedi, da Nuoro all'ovile di zio Nanneddu, per godersi una giornata di sole e portare delle vivande al vecchio pastore. Bustianeddu, il piccino della famiglia Fenu, un cosino alto tre dita, nero-bronzeo nel volto grazioso e maligno, con gli occhi tanto grandi da toccargli le orecchie, e che tutti, compresa sua madre chiamavano Tilipirche, era per il solito, il compagno di viaggio delle due donne.