Nuoro, Il Maestrale, 1996
Muni rosa del Suf
Francesco Cucca
Non voleva pronunziare né ricordare il proprio nome. Spinto, più che dalla miseria, dall’irrequietudine della sua giovinezza senza vincoli familiari, aveva lasciato la sua terra. Salpato in una notte stellata, dopo un breve tratto di mare trascorso sul ponte di un vecchio piroscafo, fu in terra d’Africa.
Tunisi, formicolaio cosmopolita, con i suoi atteggiamenti di città europea, gli riuscì odiosa. Le solitudini sconfinate della campagna, delle foreste e dei deserti, l’azzurro perenne del cielo, l’abbraccio ardente del sole, la purità delle notti cariche di stelle, lo avvinsero.
Col suo randello di camminante dietro la nuca e il tesoro di giovinezza nell’anima, ebbe principio la sua vita africana, anzi d’africano.