Nato a Bantine nel 1724 e morto a Bantine nel 1799. Rimasto nelle campagne del Monteacuto sino all’età di 14 anni, si trasferì a Sassari dopo la morte dei genitori. Entrato come servitore presso una famiglia nobile della città, nelle ore libere cominciò a frequentare la scuola. Qui, dopo aver imparato a leggere e a scrivere, trovò modo di mostrare la sua inclinazione verso gli studi letterari.
Ordinato sacerdote, fu parroco di Tissi.
Innamorato della campagna secondo i modelli dettati dall'Arcadia, non disdegnò il genere burlesco, né la poesia di ispirazione civile e storica. La maggior parte della sua vasta produzione è andata perduta, essendo la sua una poesia affidata a fogli manoscritti e, più spesso, alla sola tradizione orale.
Opere
• S’anzone; S’abe; Su cazzadore et sa pudda, Sassari, U. Satta, 1901.
• S’imbustu, Sassari, U. Satta, 1907.
• Su cazzadore, sa chelva e ‘i su pastore, Sassari, U. Satta, 1914.
• Malissias e difettos de sas feminas, Tempio, s.a..
• Poesie varie, in Le più belle poesie dialettali sarde, Cagliari, 1925-29.
• Cantone de su Cabaddareddu, “Il Nuraghe”, Cagliari, Vol. VI, 1928, nn. 7-8, pp. 8-10.
• Le più belle poesie, a cura di R. Carta Raspi, Cagliari, Edizioni del Nuraghe, [1930].
• Le più belle poesie, a cura di R. Carta Raspi, Cagliari, Edizioni del Nuraghe, s.d..
• Le più belle poesie, a cura di R. Carta Raspi, Cagliari, Edizioni Fondazione del Nuraghe.
• Poesie varie, in Il meglio della grande poesia in lingua sarda, Sassari, 1975.
• Cantones s’abe, s’anzone, su cabaddareddu e gli altri versi ritrovati, a cura di S. Tola, Cagliari, Edizioni della Torre, 1990.
Bibliografia
• R. CIASCA, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 428, 438, nn. 14059-14063. 14153.
• Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Cagliari, Edizioni della Torre, 1975, pp. 37-60.
• N. TANDA, Letteratura e lingue in Sardegna, Cagliari, Edes, 1991, p. 27.