Nacque a Nuoro nel 1864, compiendo gli studi classici a Cagliari. All'età di vent'anni scrisse "Don Zua" e il racconto "Vergini bionde", pubblicati a Sassari dall'editore Dessì nel 1894. Divenne collaboratore di diverse riviste e giornali, sia di carattere locale che nazionale. Appassionato di pittura, si dedicò a quest'arte a partire dai trent'anni. Per poter esercitare quest'arte si accontentò di lavori umili e mal retribuiti ma che gli potevano garantire il tempo necessario per le sue opere e l'ispirazione dei paesaggi sardi, riproducendo sulle sue tele scene di feste, balli, gare poetiche, paesaggi e costumi. Nonostante ciò riuscì a viaggiare per l'Italia, venendo così a conoscere le opere di grandi artisti reinterpretando le correnti stilistiche che dominavano il suo tempo. Nel 1919 si sposò con una giovane artista faentina, Ofelia Verzelloni. Ebbe ispirazione dai contatti con Sebastiano Satta, Francesco Ciusa, Grazia Deledda, ma non di meno fece con Giuseppe Pellizza da Volpedo e soprattutto Eduardo Chicharro, pittore costumbrista spagnolo che soggiornò ad Atzara nei primi anni del Novecento. Riuscì ad esporre in numerose città tra le quali Genova, Torino, Milano, Monza, Sassari e Cagliari. Morì nel 1932 a Sassari.
Opere
• Don Zua: storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna, Sassari, G. Dessì, [1894].
• Mostra retrospettiva del pittore Antonio Ballero: Nuoro 11-30 giugno 1966. - [S.l. : s.n., 1966?] (Nuoro, Tipografia Ortobene).
• Don Zua: storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna; Vergini bionde: macchie sarde, a cura di Luisa Mulas, Nuoro, Ilisso, 1997.