Gli autori
Nicola Tanda si è laureato in Lettere a Roma con Natalino Sapegno e Giuseppe Ungaretti e ha concluso la carriera accademica come professore ordinario di Letteratura e filologia sarda presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Sassari dove per anni ha insegnato Letteratura italiana. Tra le sue opere più importanti: Narratori di Sardegna (con Giuseppe Dessì, 1965), Realtà e memoria nella narrativa contemporanea (1970), Contemporanei (1972), Il teatro di idee del Monti, (1979), Letteratura e lingue in Sardegna (1984),Pandolfo Collenuccio: il dramma della saviezza (1988), Dal mito dell’isola all’isola del mito (1992), Un’odissea de rimas nobas (2003).
Dino Manca è professore di ruolo di Materie letterarie e Latino al Liceo «G. Spano» di Sassari e docente a contratto di Letteratura e filologia sarda e di Tecniche di scrittura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della medesima città. Tra i suoi studi sulla letteratura sarda: Voglia d’Africa. La personalità e l’opera di un poeta errante (1996); Sa Vitta et sa Morte, et Passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu (2002); Il carteggio Farina De-Gubernatis (1870-1913) (2005); Glossario e Indici del Condaghe di San Gavino (2005); Il ritorno del figlio di Grazia Deledda (2006).
L'opera
Il volume, che si rivolge agli studenti delle facoltà letterarie, illustra gli aspetti e i problemi relativi allo studio dei sistemi letterari italiano e sardo. La trattazione è condotta sulla base di criteri eminentemente pratici. L’impostazione è sintetica nelle singole unità di contenuto, ma nello stesso tempo articolata. Essa è stata concepita con l’intento di offrire orientamenti di senso, chiavi interpretative, strumenti e sussidi indispensabili per una prima e diversa comprensione dell’universo letterario. L’ampliamento delle conoscenze in ogni campo del sapere ha portato, infatti, sostanziali modifiche nei processi cognitivi. In particolare, ha favorito nuove acquisizioni nel campo della linguistica, dell’antropologia, dell’estetica e dell’ermeneutica. Gli strumenti per studiare la comunicazione artistica, dunque, si sono ulteriormente affinati, si sono aperti nuovi orizzonti e sono state riconosciute capacità cognitive alle percezioni, alle emozioni e alla memoria del soggetto. Una concezione che conduce ad uno studio diverso della fenomenologia letteraria, che non può essere inclusa in modo semplice nei vecchi termini della storia della letteratura in una sola lingua ma, semmai, in quelli nuovi di storia della comunicazione letteraria, di uno studio cioè della produzione ma anche della circolazione e della fruizione dei testi letterari in uno spazio storicamente circoscritto e in situazioni complesse di plurilinguismo e di pluriculturalismo.