La somiglianza dei manufatti sardi con altri coevi fa supporre primordiali relazioni dei primi abitanti dell’isola con gruppi umani delle coste tirreniche dell’Italia centrale.
Mancano in Sardegna le tracce di manufatti del Paleolitico Medio, pertinenti ai tempi in cui, tra 120.000 e 40.000 anni fa, all’homo herectus del Paleolitico Inferiore, succedette in Europa l’homo sapiens neanderthalensis, già consapevole dei problemi esistenziali e vicino a noi per doti intellettive.
Nel Paleolitico Superiore oramai avanzato e successivamente nell’Epipaleolitico o Mesolitico appaiono in Sardegna testimonianze antropiche nei depositi stratificati datati, col metodo del carbonio 14, tra i 20.000 e i 6.000 anni a.C., che ha restituito abbondanti resti di cervus megaceros cazioti, cervo dalle grandi corna, e di prolagus sardus, roditore commestibile tra il coniglio e il topo, entrambi
scomparsi. La presenza di homo sapiens sapiens è documentata da pezzi di mandibola e da altri resti ossei datati circa il 12.000 a.C.