Giovanni Francesco Fara è considerato il padre della storiografia sarda, l’Erodoto di Sardegna.
Storico, geografo ed ecclesiastico, nacque a Sassari nel 1543 da una delle più illustri casate della città.
Nel 1567 pubblicò a Firenze il trattato De essentia infantis, unica opera della sua produzione giuridica giunta fino a noi.
La sua fama letteraria è legata soprattutto a due opere del genere erudito-storiografico tardo cinquecentesco:
- De Rebus Sardois, opera annalistica in quattro libri, di cui il primo fu pubblicato nel 1580, gli altri nel 1835. Scritta in un latino che riprende i modi degli storici classici, costituisce un importante punto di riferimento per gli storici posteriori.
- De chorographia Sardiniae, rimasta inedita sino al 1835, unisce all’informazione storica la descrizione geografica, secondo un modulo destinato a ritornare nel corso del tempo.
Si laureò a Pisa nel 1567; il 6 dicembre del 1568 il vescovo di Sassari lo nominò arciprete. Il Capitolo turritano contestò la nomina ed egli dovette recarsi a Roma per perorare e difendere la sua causa. Qui risiedette probabilmente dal 1570 al 1578. Fu forse in questo periodo che ebbe modo di leggere un numero consistente di documenti custoditi negli archivi e nelle biblioteche vaticane. Fu lì che conobbe una Sardegna che gli era ignota e che entrò in contatto con la storiografia erudita e curiale romana che molto influì sulle sue scelte metodologiche.
Il suo De rebus sardois - di cui riuscì a pubblicare solo il primo libro, essendo morto nel 1591 poco dopo essere stato nominato vescovo di Bosa - costituisce un corpus di citazioni e di notizie che tentano di restituire ai contemporanei il senso della memoria storica della Sardegna.