CRONACA DI CITTÀ
Per La Riscossa
Nel n° 95 di questo periodico troviamo una lunga tirata al nostro indirizzo, per gli apprezzamenti da noi fatti nella contro-dimostrazione all'Inno di Garibaldi la sera del 20 pp - Dichiariamo prima di tutto che noi non abbiamo voluto offendere alcun partito, né dar dei cortigiani ai moderati. Abbiamo stigmatizzato, tanto coloro che hanno zittito la marcia reale, quanto coloro che hanno fischiato l'Inno di Garibaldi; e se per questi ultimi fummo, forse, più rigorosi, sì fu nella sola considerazione, che i primi erano parecchi giovani studenti che operarono per leggerezza, e facilmente si richiamarono al dovere - mentre i secondi erano in molti e rappresentavano persone serie che occupano posti distinti in società. - Noi persistiamo nel nostro apprezzamento, pur dichiarando di non provare alcun rimorso perché scrivemmo in buona fede, senza passione e senz'astio di sorta per gli uni, né per gli altri. In controrisposta all'articolo della Riscossa faremo alcune brevi considerazioni, valendoci di alcune sue parole che scriveremo in corsivo.
L'Inno di Garibaldi non si chiese né fu suonato che per ultimo - non si volle quindi turbare la dimostrazione per la Regina, che fu pacifica e solenne, come nota la Riscossa. Se l'Inno fosse stato una dimostrazione antimonarchica si sarebbe fatto suonare il giorno innanzi, quando cioè s'acclamava Umberto, e non alla fine della festa del giorno seguente, dedicato alla Regina Margherita.
Ci ostiniamo a credere che la brutta accoglienza fatta all'Inno, sia un fatto vergognoso per un paese civile - e ciò sotto tutti i rapporti.
O si fischiava Garibaldi, e si aveva torto, perché gli Italiani devono rispettare il prode Generale, il cui nome andrà sempre unito a quello di Vittorio Emanuele nella storia della Indipendenza italiana.
O si fischiava l'Inno come una dimostrazione antimonarchica, ed allora si aveva torto; perché non era coi fischi e colle proteste plateali che un'enorme maggioranza doveva reagire contro la microscopica, stucchevole e ridicola frazione dei nostri sedicenti repubblicani. Si poteva precisamente consigliare ciò che la Riscossa ha consigliato per la Marcia: - se a taluni dall'orecchio delicato facea ballare i nervi, poteva benissimo uscir dal teatro, e tutto finiva lì! - Cari miei, la legge è uguale per tutti - convenitene almeno!
O noi vogliamo uscire dalla politica, ed allora ci permetta la Riscossa di osservare: che la prudenza che i moderati hanno per guida, la pazienza che hanno per egida, e il galateo che hanno per le mani (galateo troppo soventi dimenticato da chi lo pretende a civiltà) sono tutte proteste che fanno precisamente a pugni coi fatti accaduti in Teatro e coi fischi che si vogliono idealizzare.
Diciamolo francamente, via! - Si confessi addirittura che i fischi furono una manifestazione puramente istintiva, inconsiderata forse; si confessi che si tentò reagire col mezzo più persuasivo, senza ponderare la situazione; si confessi che era difficile volere, come Guglielmo Tell, colpire il pomo sul capo del proprio figlio, senza recargli danno; - ma non si tenti, per carità, di mettere sull'altare certi fischi da pastore, che non sono certo simbolo della civiltà e del progresso come quelli del vapore rinchiuso nella caldaia!
Vogliamo dirla proprio tutta?
Ebbene i fischi non potevano offendere né il Re, né Garibaldi - hanno offeso una civile adunanza che si era riunita a festeggiare la Regina. Diremo anzi di più: quando un onesto uomo fischia, non fa mai dispetto ad alcuno - fa oltraggio a sé stesso.
Mi resterebbe per ultimo di fermarmi sul periodo della Riscossa in cui si parla del Direttore d'orchestra; ma me ne astengo per carità cittadina; (e questa volta la carità c'entra davvero!).
Mentre ringraziamo l'articolista della Riscossa per le gentili espressioni usate a nostro riguardo, possiamo assicurarlo che noi scriviamo senza intingere la penna nel fiele e senza pretensione di volerci sollevare a maestri di Civiltà. Crede la Riscossa che i fischi per l'Inno siano stati opportuni? - e sia! - ci permetta solo di dire che noi crediamo il contrario - e questa discrepanza di opinioni non sarà certo quella che vorrà troncare le nostre amichevoli relazioni!