Domandiamo scusa se un po' tardi ci occupiamo del bel lavoro dell'egregio scrittore G. Caprin. Un buon libro però non invecchia mai, e noi arriviamo sempre in tempo per raccomandarlo ai nostri lettori. Colla tenue spesa di sole 2 lire voi potete procurarvi un elegante volume di circa 300 pagine, edito dalla Società Editrice Lombarda 1876, Milano. Esso contiene sei racconti - sei elaborati bozzetti di vario genere, di vita intima, di costumi campagnoli, di scene fantastiche - il tutto scritto con semplicità, con grazia e con molta eleganza.
Il Caprin è un vero pittore (e giurerei che lo è nel giusto significato della parola!). profondo conoscitore del cuore umano, studioso della natura, nulla gli sfugge - tutto analizza, tutto sminuzza, ed ha il gran merito di rendere interessanti i minuti più particolari di un fatto, o i più insignificanti accessori d'un paesaggio. Dippiù, egli racconta e descrive a brevi tratti, con periodi incisivi, con scrupolosa proprietà di vocaboli. Poche pennellate, e voi avete la descrizione d'una campagna, e la ricca decorazione d'una sala! - poche righe, e voi vedete ritratto un carattere, e la dolce serenità di un idilio campestre. Caprin è un poeta! - esso vi costringe a pensare, ma senza stancare la vostra mente - vi parla al cuore, ma senza farlo spasimare. Questa bella raccolta di racconti, può ritenersi come un saggio di quanto può fare il Caprin, ove volesse imprendere un lavoro di maggior lena, in fatto di romanzi; egli è sicuro di riuscire in ogni genere di narrazione, sia intima, sia campagnola, sia fantastica; e meriterebbe certo d'essere più conosciuto e più apprezzato in Italia.
Il ristretto spazio non ci permette di fare una rassegna particolareggiata dei diversi racconti; vi diremo solo che ognuno di essi merita essere letto con attenzione perché ricco di pregi tutt'altro che comuni. Fra gli altri racconti, ci piace segnalare al lettore L'orologio del villaggio - Una partita sullo scacchiere - e le Fantasie dello zingaro.
Finiamo questo breve cenno esortando il Caprin a volersi accingere a scrivere romanzi di maggior lena, persuasi che egli ci darà bellissimi lavori, degni di stare a paro con quelli scritti dai più rinomati romanzieri contemporanei!
