MISTERO
Per l'aere muto, in suono di lamento,
Di mezzanotte il lugubre
Lento squillo s'udì;
E una fulgida stella in quel momento
Errò in cielo, tremò, cadde... sparì...
Nina quel dì spirò... Perché? - mistero.
Dov'è la Nina? - un crepito
Di ceri, pochi fior,
Una stanza deserta, un drappo nero
E una lampa votiva che si muor!...
Morì a vent'anni - ma la sua memoria
Vivrà sempre nei palpiti
Di chi gentile ha il cor...
Venite a me! - vi narrerò la storia
Che racchiude il mistero d'un amor...
***
Sovra un lembo di ciel pose il Signore
Due stelle un dì. Fra i vividi
Topazi di lassù
Altri più belli e di maggior splendore
Uomo non vide, né vedrà mai più!
Presso l'Eterno avean sublime stanza,
E Dio lor disse: " - Amatevi,
Figlie del mio pensier:
Amatevi, ma in casta lontananza,
Come in ciel s'ama... È questo il mio voler!
Sia puro il vostro amor. Guai se vi punge
L'ansia febbrile e cupida
D'avvicinavi, un dì!
Guai se una colpa i vostri rai congiunge!
Quel dì cadrete!... È il mio voler così! -"
***
Vivean lassù quelle splendide stelle,
E avean, superbo talamo,
Due padiglioni d'or.
Vivean, disgiunte sì, ma quai sorelle,
Sotto l'ali pietose del Signor.
Vivean d'amor, di luce e d'armonia
In un soave palpito
D'arcana voluttà;
In una fiamma pudibonda e pia
Che mente umana immaginar non sa.
Quando il sol declinava in suo cammino,
Quegli astri si chiamavano
Con tenero sospir;
E bastava lo sguardo del mattino
Per vederli tremare e impallidir.
***
Ma in quella notte tiepida e serena,
Per novo e occulto fremito
Quegli astri fiammeggiar:
Era un'ansia - un timor d'ignota pena
Per fallo ignoto - acre desìo d'amar.
" - Sorella mia - dicea con mesto accento
L'astro più basso all'intima
Compagna - intendi tu
Come un suon di preghiera e di lamento?
Forse sospira un'anima laggiù!
"Deserto parmi il ciel dov'io dimoro,
E la tua cara immagine
Più bella oggi m'appar...
Lascia il tuo padiglion d'azzurro e d'oro
E vieni al seno mio... ti vo' baciar! - "
Disse - e all'incanto del gentil linguaggio
Brillò di luce tremula
La stella... e impallidì;
E mandando all'amico un tenue raggio
Pien di desio, gli favellò così:
" - Tu pur sei bello!... oggi il tuo sguardo parmi
Più ardente. Invidio gli uomini,
Né ti so dir perché.
S'io potessi un istante a te accostarmi
La mia parte di ciel darei per te! - "
" - Vieni dunque! che temi, o mia sorella?
Vedi, la notte è placida
Ed è lontano il sol...
Questa voce che a noi d'amor favella
È la voce di Dio che mia ti vuol! - "
Vinta al suon della magica parola,
Giù nello spazio lanciasi
La fida stella allor,
E incontro a lui rapidamente vola,
Obliando il ciel, la terra, il suo Signor.
Ma i confini varcò da Dio prefissi;
E un lampo, un lampo orribile
Quell'astro in ciel mandò...
Errò, l'incauto! e negli eterni abissi
Senza luce quel dì precipitò.
***
In quella notte stessa, alla stess'ora
Nina morì... Qual vincolo
Fra terra e ciel? - dov'è
Nina? - la stella ov'è?... La lor dimora
Sa Iddio - l'alto mistero udrai da me:
Quando una stella pallida e smarrita
Tu vedi in cielo spegnersi
In un bacio d'amor,
Prega per una povera tradita
Che in quell'ora solenne in terra muor!