Alle ore 10 ant. le diverse Società Operaie, colle rispettive loro bandiere, sfilarono con bell'ordine partendo dalla Piazza Tola, luogo di riunione, precedute e seguite dalle due bande cittadine che suonarono scelte marcie, fra le quali l'inno di Mameli e di Garibaldi.
Le Associazioni Consociate erano le seguenti: - Società Ortolani - Muratori - Panattari - Falegnami - Calzolai - Società Agricola - Viandanti - Reciproca Assistenza fra i militari - Conciatori - Il Risorgimento - Mutuo Soccorso fra gli ex-militari - e la Società delle Donne. Per ultimo veniva Il Consolato della Consociazione colla rispettiva bandiera, seguita immediatamente da altre tre bandiere inviate dalle Società Operai e di Ozieri, di Alghero e di Porto-Torres. Chiudevano la processione i Rappresentanti delle diverse Società e della Stampa. Tutti i socii, i diversi rappresentanti e gl'invitati erano stati fregiati di coccarde tricolori. Le finestre e i balconi erano gremiti di signore - la folla era immensa e si accalcava per le piazze e per le vie facendo ala al Corteggio e plaudendo con battimani ed evviva a quell'unione fraterna.
Il Corteggio attraversò la Piazza Tola, passò per la Carra Piccola, sfilò pel Corso Vittorio Emanuele, e prendendo il largo della Ferrovia si diresse allo stabilimento Dau, dove era stata preparata una vastissima sala addobbata con arazzi, trofei di bandiere, mirto ed alloro.
Questa sala, concessa gentilmente dal socio Dau, era lunga circa 40 metri, e contenne tutti i socii e gl'invitati che ammontavano a più di 2000.
Il Presidente della Consociazione signor Coraduzza cedette il seggio all'avvocato Soro Pirino, Presidente Onorario, il quale, dopo brevi ed acconcie parole, invitò il segretario avv. Pasquale Ghera a dar lettura delle adesioni fatte alla Società. - Oltre le Società di cui sopra abbiamo parlato, ecco le diverse Associazioni e individui che si erano fatti rappresentare alla festa: - Circolo Musio e Asproni di Bitti - Società Internazionale d'Incoraggiamento di Napoli - Società Mutuo Soccorso dell'Isola della Maddalena - Brusco Onnis - Scuola Mazzini di Milano - Consociazione Bolognese - Consolato delle Società Operaie consociate Milanesi - Consociazione Operaia Genovese - Società Mutuo Soccorso di Nuoro - Circolo Lettarario di Villanova Monteleone - Società Mutuo Soccorso di Tempio - Società Commessi Commercianti di Sassari - Circolo Sassarese - Comizio generali Veterani 1848-49 - Società Ufficiali a Riposo - Società Progressista - Direzione Della Stella di Sardegna (Sassari) - Direzione della Gioventù Sarda (Cagliari) - Direzione del Monte Acuto (Ozieri).
Si passò quindi ad inaugurare la bandiera della Consociazione, e l'avv. Soro Pirino pronunciò bellissime parole, che furono accolte con entusiasmo e con battimani dall'uditorio.
In seguito il segretario Ghera (a cui si deve la bella idea della Consociazione) lesse un bellissimo discorso, in cui dimostrò con chiarezza lo scopo e i vantaggi della Consociazione, convalidando la sua relazione con una eloquente esposizione di cifre, le quali più d'ogni altra parola, dimostrarono i reali risparmi che avrebbero ottenuto i diversi socii unendosi sotto una sola bandiera. Dopo Ghera parlarono, l'Alivia, il Diez, l'avv. Sanna Meloni, l'ingegnere Calvia, l'avv. Musina Dore, l'avv. Rugiu e l'avvocato Cocco Lopez. E avrebbero parlato in seguito altri 15 diversi Raprresentanti, che si erano fatti inscrivere, se la maggior parte degli oratori avessero prima considerato, che bisogna esser brevi in tali circostanze, perchè l'ora fugge rapidamente.
Il fatto è che tutti gli oratori furono applauditi, quantunque qualcuno sia uscito fuori di carreggiata, e tal'altro abbia usato quel certo stile difficile che l'operaio non sempre comprende, e spesso fraintende... che è anche peggio. Il gran segreto in queste popolari riunioni consiste nel parlare alla buona, brevemente, e in modo che l'operaio tragga profitto da ciò che ascolta - altrimenti torna inutile lo spolmonarsi. Concetti chiari e poca rettorica - ecco il segreto - e questo segreto lo possiede in massimo grado l'avv. Soro Pirino, i cui concetti robusti, ma chiari e popolari, trasmessi con voce simpatica, sono sempre apprezzati da chi ha pura la coscienza, e sono semenza che non cade sulle spine, nè sulla sabbia.
Si parlò poi del progetto di costrurre un apposito locale per la Consociazione, e furono passati in giro per la sala i disegni di quest'opera, studiata dal prof. Nonnis Marzano, il quale, senza alcun compenso, si offrì per sorvegliarne i lavori.
Alle ore 2 circa l'Assemblea fu sciolta, e la processione, nello stesso bell'ordine, preceduta e seguita dalle bande cittadine, tornò alla Piazza Tola, donde era partita, passando pei giardini pubblici e per la Piazza Castello.
Alle ore 3, nello stesso locale del Dau fu dato il pranzo sociale. La tavola era composta di 120 coperti. Oltre molti socii, vi erano i Consoli e diversi Rappresentanti. La serata si passò fra una schietta allegria, un buon appetito e moltissimi discorsi in prosa e in versi, in italiano e in dialetto. Lessero discorsi il Falconi, il Berlinguer, il Cavanna e il Ciboddo, e fecero brindisi il Ruiu, il Tedde, ed il Soro Pirino. A questo proposito dobbiamo dichiarare che il Soro non ha pronunziato al pranzo le parole riferite nella relazione della festa fatta dal Monte Acuto - parole che spiacquero a tutti, e che noi dobbiamo smentire, pregati da persone che assistevano al pranzo. Fu un'inesatezza de redattore di quel periodico, e noi ben volentieri la rettifichiamo.
Il banchetto terminò alle 7 - si prese il caffè da Mortara, e si finì la serata in casa dell'avv. Soro Pirino fra un po' di musica, un po' di canto e una piacevole conversazione.
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La festa non poteva riuscire più allegra, nè più ordinata. Il contegno dei soci fu ammirabile, ed è prova che il nostro operaio intende la propria missione, e, mentre rifugge dagli schiamazzi e dagli urli di piazza, fa pompa di quella fierezza e di quella dignità che in lui rivelano nobiltà di animo e indipendenza di carattere: rare doti che pur sono dolce promessa di un lieto avvenire.
Ed era commovente veder riunite in quella sala circa 2000 operai sotto una sola bandiera! - circa 2000 operai che convenivano là per dare il loro voto di adesione, per giurarsi reciproca assistenza, premunendosi contro gli acciacchi d'una vecchiaia impotente e scongiurando le fatali conseguenze d'un infortunio. - Intorno alla fronte di un onesto operaio splende un'aureola che incute rispetto e venerazione: - l'aureola del lavoro. Dinanzi a quella fronte coperta di fuligine o abbronzata dal sole, v'ha un'altra fronte che è costretta abbassarsi coperta di rossore - è la fronte dell'infingardo che trae i suoi giorni fra le crapule e le mollezze: la fronte del signorino parassita che vive alle spalle della società. - E non è forse una soddisfazione per l'onesto operaio, poter dire con orgoglio a costui: - io son più nobile di te? - le mie mani callose lavorano e producono, mentre le tue recano danno e distruggono?
Anche la Società delle donne intervenne alla festa. Erano circa 50 operaie - sartine, lavoranti, modiste, cucitrici. - Quelle deboli creature ancor esse avevano sentito il bisogno d'affratellarsi. Come la tenera edera si avvinghia al tronco della robusta quercia per averne sostegno e alimento, così quelle poverette chiedevano onesta protezione ad un sesso più forte, e offrivano anch'esse il povero obolo sottratto con sagrifizi ad un tenue compenso settimanale; perchè anch'esse volevano scongiurare una vecchiaia infelice e le conseguenze d'un infortunio - unicamente perchè la fragile donna teme più dell'uomo l'avvenire, dovendo lottare, oltre le privazioni, coi pregiudizi inesorabili della società, che molto spesso le condanna, dopo averle calunniate. E dico unicamente, perchè nel giorno della sventura la donna è assai più forte dell'uomo, e mentre questi si lascia abbattere dalla disperazione, quella affronta con coraggio i colpi dell'avversa fortuna - perchè la donna è sempre forte nella sua debolezza, mentre l'uomo è sempre debole nella sua forza!
La festa, lo ripeto, fu imponente sotto ogni riguardo. La Consociazione ha per supremo scopo il risparmio, - oltre di ciò ha stabilito di aprire una scuola per operai. - Opera santa codesta! L'istruzione, quando è saggiamente impartita, rischiara l'intelletto, nobilita l'animo e ingentilisce il cuore. Ma prima di essere istruiti, cercate di essere educati - prima di reclamare i sacrossanti diritti che vi spettano, fatevi insegnare i doveri. - Dannazione a colui che suscita in quei leali cuori l'odio ai possessori del capitale! - Dannazione a colui che consiglia a costoro l'insolenza e il provocante disprezzo! L'agricoltore e l'operaio sono le figure più splendide della gerarchia sociale. Contaminare e pervertire il cuore generoso dei figli del lavoro è un assassinio! - convertire quelle rette menti, facendole servire come strumenti di basse mire, e di private ambizioni di questo o quel partito, è un'opera infame! Se l'istruzione avesse questo scopo, io non esiterei a dire agli operai: - Diffidate di chi, senza fede e senza principî, vuol farsi giuoco di voi nel santo nome del progresso e della libertà! - tornate alle vostre case; vivete tranquilli fra le pareti domestiche - amate, educate al lavoro le vostre famiglie - fuggite l'ozio e la crapula - siate onesti ed abbiate cuore, perchè il cuore e l'onestà possono tener luogo d'una falsa istruzione. Un'istruzione malintesa o mal indirizzata è cento volte più perniciosa di un'onesta ignoranza. Prima del maestro nella scuola, è la madre nella famiglia - perchè prima dell'ingegno è il cuore. Non vi ha istruzione che possa convertire al bene un cuore perverso. - Siate dunque onesti, buoni e laboriosi - perchè onesti sarete sempre amati e rispettati, e laboriosi sarete liberi, forti e indipendenti. Una sola è la fonte del benessere sociale - la produzione. Un popolo che lavora e che produce non può temere nè schiavitù, nè padroni tiranni! - È l'ozio che genera la miseria - è la miseria che corrompe le nostre coscienze - e sono le coscienze corrotte che possono renderci venali e schiavi!