Che qual novella Niobe
Dannata è a lagrimar,
A te un saluto, o Margherita, invio
Sull'onda azzurra del Tirreno mar!
V'ha un fiorellin che i nostri campi abbella,
Sospiro della vergine
Che palpita d'amor;
Le bianche foglie, in forma d'una stella,
Intorno stanno a un bottoncino d'or.
È sì gentil, che a coglierlo t'invita;
E sempre, a chi l'interroga,
Parla d'amor, di fè ...
Quel fior porta il tuo nome, o Margherita,
Ed è bello e modesto al par di te.
Ha un disco del color de' tuoi capelli;
Ed ha di neve i petali,
Come le guancie hai tu;
Quel puro fior par che di te favelli,
Angelo di bellezza e di virtù.
Anch'esso ha di fronte una regal corona,
Eppur, modesto ed umile,
Sorride agli altri fior;
Anch'esso ha un vezzo d'oro, eppur lo dona
All'infelice che gli chiede amor.
Quando vedo una bianca pratellina
Chinar pudica il calice
Sul delicato stel,
Le dico: «a te somiglia una Regina
Cui le sue grazie ha pur concesso il ciel!»
E siete inver due creature belle;
Due fiori che rispondono
Ad un nome gentil;
Due rare gemme, due bianche sorelle
Cullate in seno d'un stesso april!
Non l'altera Camelia e non la Rosa,
Pomposi fior che adornano
Il superbo giardin,
Ti diero il nome! Ma, fanciulla, sposa
E madre, ti nomava un fiorellin! ...
Da questa landa dell'eterno oblio,
Che qual novella Niobe
Dannata è a lagrimar,
A te un saluto, o Margherita, invio
Sull'onda azzurra del Tirreno mar!
Pensa, o bionda gentil, che il sardo lido
Non ti contò fra gli ospiti
Cui noi sacriam la fè;
E questo mar che ne divide è infido,
Perché non reca i nostri pianti ai re!
Amo tre stelle - Una è nel cielo, e addita
Di nostra bella Italia
La forza e la virtù;
L'altra è nel prato, ed è la margherita;
La terza è al Quirinal - questa sei tu!
Non t'amo io, no, perché sull'aureo trono
Cingi la fronte candida
Con un serto regal!
Scettrati prenci uso a incensar non sono,
Poi che la morte a noi li rende ugual.
Non le tue gemme e l'oro - e non del soglio
Il seducente fascino
Prostrarmi al suol potrà:
Anche un re può cadere in Campidoglio
Quando l'amor d'un popolo non ha!
Ben altra gemma, o Margherita, brilla
E offusca il serto fulgido
Che sul fronte ti stà!
È il dolce lampo de la tua pupilla
Che a noi parla d'affetto e di bontà.
L'aureola di candor, che ti circonda,
Assai più bella e splendida
È del manto di un re!
Il dolce tuo sorriso, o bella bionda,
Val più dell'oro su cui posi il piè!
T'amo perché sei bella - ed hai le chiome
D'oro, e le guancie pallide,
E gli occhi di zaffir:
T'amo perché d'un fior tu porti il nome:
Perché dei poveretti sei il sospir!
Amali gl'infelici! Se t'imponi
A questo fido popolo
Con atti di virtù,
Tu vincerai! Perché soltanto i buoni
Benedetti ed amati son quaggiù!
O Margherita, o primo fior dei prati,
Tu celi nel tuo calice
Una virtù d'amor.
Ama e proteggi ognor gli sventurati,
E regnerai sovrana in tutti i cor ...
O primo fior d'Italia, o Margherita,
Le tue candide foglie
Or vorrei interrogar,
Siccome nell'april della mia vita
Col fior che ti somiglia io solea far.
Saper da te vorrei gli alti destini
Di questa cara Patria
A cui giurammo fè:
O fior gentil degli itali giardini,
Parla! I lieti responsi io chiedo a te! ...
Ma no, chè di sfogliar pur temerei
Il fior degli anni giovani
Che ti profuma il cor!
O Margherita, troppo bella sei!
Non vo' sfogliarti, mio leggiadro fior!
Oh, non temer; più interrogar non voglio
I misteriosi petali!
Già il core a me predì,
Che, se un ANGELO veglia in Campidoglio,
Volgeran lieti dell'Italia i dì ...!
Da questa landa dell'eterno obblio,
Che qual novella Niobe
Dannata è a lagrimar,
A te un saluto, o Margherita, invio
Sull'onda azzurra del Tirreno mar!