Col mazzolin di fiori in mezzo al petto?
Deh fermati un istante e a me favella
Chè mi ha sedotto il tuo gentile aspetto.
O villanella dai begli occhi neri,
L'oggetto sei di tutti i miei pensieri.
Via, non temere - io sono un buon figliolo
E non bramo da te che un bacio solo!»
«Ritorno da campagna ed ho gran fretta
Perché da casa uscii di buon mattino;
La vecchia madre al focolar m'aspetta
Ed io le reco questo mazzolino.
D'altronde, o giovinotto, son sincera,
Io non devo fermarmi ... Buona sera!
Forse ascoltar potrei le tue parole,
Ma baci non ne dò - mamma non vuole!»
«Fin da quel dì che t'ho veduta al ballo
Io t'ho seguita ognor ... deh, non t'incresca!
Mi piacque quel tuo labbro di corallo
E il volto colorito come pesca ...
Fin da quel giorno (anch'io sarò sincero)
Per me tu fosti l'unico pensiero;
Fin da quel dì non ebbi che un desio:
Baciarti in sulle guance, angelo mio!»
«E franca a te dirò, bel giovinetto,
Che il tuo parlar mi è dolce e non mi spiace;
Volentier ti darei tutto il mio affetto,
Ma, non ti credo - va, lasciami in pace.
Tarda è l'ora e mi resta molta strada ...
O giovinotto addio; convien ch'io vada.
Sempre rammenterò le tue parole,
Ma baci non ne dò - mamma non vuole!
«Quanto sei bella! Via non farti rossa
Chè la bellezza è madre dell'amore.
Perché negarlo? Sì, tu sei commossa
E me lo dice tanto il tuo rossore ...
Perché ai sospiri vuoi tu porre un freno?
Tutto a me svela il palpito del seno ...
Porgimi il labbro - io sono un buon figliolo
E non bramo da te che un bacio solo!»
Ascoltami, o gentil, la casta rosa
Riceve le farfalle nel suo seno,
E tu perché sei meco sì ritrosa?
Senza l'amor la tua beltà vien meno!
Il mesto fiore che non ha rugiada
Inaridito al suol convien che cada;
Se il bacio è la rugiada dell'amore
Via, lasciati baciar, mio vago fiore!»
«La rugiada del ciel dona la vita
All'egro fior che in sullo stel si muore;
Ma quella de' tuoi baci ell'è mentita
Perché toglie la pace ed il candore.
Chi mi vuol tanto bene ognor mi dice
Che un bacio mi può rendere infelice ...
O giovinetto, addio ..., troppo mi duole
Ma baci non ne dò - mamma non vuole.
Io son commossa, è ver - bello tu sei
E mi spiace vederti sì crucciato;
Iddio lo sa, se un bacio ti darei
E se vorrei, davver, farti beato!
Non vedi tu che tremo come foglia?
Che ho paura d'un bacio e insiem ne ho voglia?
Ma tarda è l'ora ... va, non più parole ...
Io baci non ne dò - mamma non vuole!»
«Oh Dio! Perché diventi tanto mesta
E cangi di colore all'improvviso?
Perché dechini al suol la bionda testa
E dal labbro ritogli anche il sorriso?
Se t'offesi, la colpa non è mia ...
Non pianger, no, chè me ne vado via ...
Ma tu cagion sarai della mia morte ...
Addio! ... compiangi almeno la mia sorte!»
«Ove corri? Gran Dio! Ferma, o imprudente
Chè vo' dissubidir anche alla mamma!
Se ti fa bene, imprimi un bacio ardente
Su questa guancia che diggià s'infiamma:
Ma, te ne prego, o giovinetto bruno,
Di questo dono non dirne a nessuno!
Non già per me (ben poco me ne duole)
Ma per la mamma ... perché lei non vuole!
«Vieni, t'appressa a me ... Perché le mani
Or poni sul tuo viso, o cattivella?
Scuopri la guancia, via! Se t'allontani
Vuol dir che al bacio mio tu sei rubella.
«Eccoti il viso ...» Ed eccoti il più puro
Bacio di sposo ... innanzi al Ciel, lo giuro!
«Ma la mamma non vuol!» Ciò che vuol Dio
Lo vuole anche la mamma, angelo mio!»