Ai nostri lettori
Enrico Costa
"La Stella di Sardegna", dopo cinque anni di vita e altrettanti di riposo, riprende le sue pubblicazioni. Sorta nel 1875 - tramontata nel 1879, riapparisce oggi modestamente nel nostro cielo, senza la pretensione di voler spandere nuovi sprazzi di luce sugli uomini, o sulle cose. Noi non sentiamo il bisogno di farci avanti con le solite dichiarazioni e proteste, il nostro programma è in variato e invariabile: saremo ciò che fummo - il nostro avvenire non sarà che il riflesso del nostro passato.
"La Stella di Sardegna" non ha la velleità di risorgere per schiudere alla gioventù studiosa un'êra novella - né intende affacciarsi all'orizzonte, per condurre i re Magi ad ossequiare un uovo Messia. Niente di tutto questo; la luce della nostra "Stella", onestamente serena, non abbaglierà le pupille d'alcuno - tutti potranno liberamente fissarla, senza bisogno di lenti affumicate.
Il nostro peridodico sarà come un ponte gettato fra il nuovo ed il vecchio; però, senza esagerate tenerezze sì per l'una che per l'altra sponda. Senza chiedere ad alcuno la professione di fede, e riverenti a tutte le opinioni, artisctiche e scientifiche, politiche o religiose, noi accetteremo, come per lo passato, articoli d'ogni genere, purchè firmati, e scritti con linguaggio corretto e castigato, qual conviensi a persone educate che sanno portar rispetto a se stessi ed agli altri. Non rifuggeremo pertanto dalla libera discussione, quando questa sarà portata sopra un terreno aperto, e nei limiti della più scruplolosa cavalleria.
Insomma, il nostro periodico sarà una specie di palestra letteraria ed artisctica, senza pretensioni di sorta; - come un convegno di persone oneste ed educate, forse non sempre d'acccordo nei principî e nelle opinioni, ma che nullameno possono stare comodamente insieme, senza pericolo di urtarsi o di imbronciarsi.
È questo tutto il nostro programma. D'altra parte - ripetiamolo - siamo disposti a depositare presso i lettori la nostra condotta passata, in garanzia di quella avvenire.
"La Stella di Sardegna" non ha la velleità di risorgere per schiudere alla gioventù studiosa un'êra novella - né intende affacciarsi all'orizzonte, per condurre i re Magi ad ossequiare un uovo Messia. Niente di tutto questo; la luce della nostra "Stella", onestamente serena, non abbaglierà le pupille d'alcuno - tutti potranno liberamente fissarla, senza bisogno di lenti affumicate.
Il nostro peridodico sarà come un ponte gettato fra il nuovo ed il vecchio; però, senza esagerate tenerezze sì per l'una che per l'altra sponda. Senza chiedere ad alcuno la professione di fede, e riverenti a tutte le opinioni, artisctiche e scientifiche, politiche o religiose, noi accetteremo, come per lo passato, articoli d'ogni genere, purchè firmati, e scritti con linguaggio corretto e castigato, qual conviensi a persone educate che sanno portar rispetto a se stessi ed agli altri. Non rifuggeremo pertanto dalla libera discussione, quando questa sarà portata sopra un terreno aperto, e nei limiti della più scruplolosa cavalleria.
Insomma, il nostro periodico sarà una specie di palestra letteraria ed artisctica, senza pretensioni di sorta; - come un convegno di persone oneste ed educate, forse non sempre d'acccordo nei principî e nelle opinioni, ma che nullameno possono stare comodamente insieme, senza pericolo di urtarsi o di imbronciarsi.
È questo tutto il nostro programma. D'altra parte - ripetiamolo - siamo disposti a depositare presso i lettori la nostra condotta passata, in garanzia di quella avvenire.