E già movi sicura
In sulle scene il piè! Plausi ed allori
Offre a te il mondo - e stella
Benigna ti sorride.
Ogni anima sospira
Al dolce incanto de la tua favella,
E nel riso e nel pianto ognun t' ammira.
Or m'ascolta - Col verso disadorno,
Infra i saluti molti
D'un fortunato giorno,
Vo ragionando, se gentil m'ascolti,
Di riverente affetto:
Povero inver tributo
Al tuo genio, o fanciulla! - E pur dal petto
Esce possente e insolito,
Alla figlia dell'Arte, il mio saluto!
Non ancora ventenne
Drizzi le ardite penne
Al porto desïato
Che a poche, non so dir se più felici
O sfortunate, di toccar fu dato! -
Così giovane e bella, e già sì addentro
Ai misteri del core?
Nell'april della vita, e tu già intendi
Le strette del dolore?
O mia povera bella,
Anch'io guardo, commosso,
Lassù nel ciel la tua splendida stella;
Ma sorrider non posso!
A quel serto di rose
Che il tuo giovine capo oggi circonda
Aggiungerò una fronda;
Ma gioirne non so! - dal cor s'invola
La gioia in questo dì! - tu mi perdona
Se troppo cruda suona
Forse la mia parola!
Degna dell'Arte, con assidua cura
A far palesi i più riposti affetti
Tu t'affatichi... e questa è tua sventura;
E non ne so gioire!
Sei Grande... il so! - ma perché mai tu affretti
I dolori e gli affanni
Che si celano in grembo all'avvenire?
Perché ne' tuoi vent'anni
Tu squarci il velo dell'età matura?
Perché tu sfogli, o incauta,
In sul mattin, le rose dell'amore?...
Al tempo e alla natura
Lascia l'opra crudel! - Deh, schiudi il core
All'aura lusinghiera
Della tua età fiorita,
Né invocar mai, nell'alba della vita,
I disinganni della trista sera!
Sassari, 4 luglio 1877