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ENRICO COSTA


La vipera, di C. Tronconi
Enrico Costa
A tempo, di Carlo Tronconi. - Il Tronconi ha pubblicato nella Farfalla di Cagliari l'ultimo atto della Vipera, sua commedia rappresentata a Milano nel 1867.
Scopo principale di questa pubblicazione è di far rilevare che l'ultimo atto della stessa commedia è una copia fedelissima dell'ultimo atto dell'A tempo, recente lavoro drammatico del Montercorboli, che ottenne ed ottiene il plauso di tutti i pubblici d'Italia. Il Tronconi, leale quanto delicato, pubblica modestamente il suo lavoro per semplice curiosità letteraria,ed io non dubito punto dell'onestà della sua intenzione, come della buona fede del Montercorboli. Il fatto è, che la commedia del Tronconi è pregevole; in essa vi è spontaneità di dialogo, franchezza di sceneggiatura, e buona lingua. - Dirò solo il mio parere circa alla rassomiglianza di queste due commedie, che io non voglio ascrivere a mero caso, a combinazione, e che so io. Una bambina che giunge a tempo per salvare sua madre da un passo falso, è in arte un vecchio ripiego. Non dovete quindi far le meraviglie se trovate questa bambina tanto nella Vipera quanto nell'A tempo. Se cercherete bene la troverete pure nell'Agnese del Cavallotti, e in molti altri drammi, commedie e romanzi italiani e stranieri.- Volete voi trovarla la vera causa di queste rassomiglianze che oggimai si verificano con tanta frequenza? Cercatela nell'omai tema obbligato scelto dalla maggior parte degli odierni scrittori di commedie o romanzi. Poco su, poco giù, quasi tutte le commedie italiane si rassomigliano tra loro, perchè il tela prescelto è sempre uno - l'adultera o l'adultero... e non si esce di lì; è sempre la donna che arriva fino alle soglie dell'adulterio - o che le varca. Insomma, o troppo tardi, o a tempo.
- Ecco lo scioglimento! I francesi propendono pel primo, e son chiamati immorali perchè consumano la colpa - gl'italiani per il secondo, e usurpano il titolo di morali perchè la prevengono - in fondo però imitiamo sempre i francesi, carpendo come Giacobbe la benedizione degli onesti, i quali esclamano sospirando: "- Le mani sono di Esaù... ma la voce è di Giacobbe! -"
Tornando a bomba dirò, che senza adulterio non si fa nulla; che una moglie può avere delle figlie, e queste figlie sono talvolta molto comode ai drammaturghi i quali se ne servono per rompere l'eterna monotonia di quel terzetto matrimoniale composto del marito, della moglie e dell'amante - e quindi, aggirandosi sullo stesso argomento, si toccano le stesse scene e si finisce per fare due atti gemelli, frutti di due padri diversi.
Pare che a questo mondo non vi siano altri vizi ed altre questioni all'infuori del libertinaggio e dell'adulterio. - E si che Goldoni ne ha saputo trovar tanti dei vizi da sferzare!
Concludo esortando il Tronconi a rimettere sulle scene la sua Vipera - è un buon lavoro, e non so trovar ragione perchè debba ritirarlo dalle scene; tanto più che fu scritto molti anni prima dell'A tempo!
Nel prossimo numero darò un cenno della commedia in un atto Una donna Originale, dello stesso autore.
 
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